Al Coordinatore dell'Area 7
dott. Antonio Marchiello
Oggetto: riscontro a nota n° 776270 del 23/10/2012
Le scriventi Organizzazioni Sindacali prendono atto di quanto rappresentato dal Coordinatore dell'Area del Personale, con nota prot. 776270 del 23/10/2012 e, pur comprendendo i risvolti economici scaturenti dall'applicazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 223/2012, evidenziano le perplessità che desta la richiesta di acquisizione del parere in esame in ordine alla "corretta apllicazione della pronuncia della Suprema Corte", viste le competenze e la professionalità dei dirigenti regionali.
Ciò in considerazione, tra l'altro, del chiaro disposto della citata sentenza che ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 12, comma 10, del D.L. 78/2010; quest'ultimo applicato a tutti i dipendenti pubblici.
Pertanto, si diffida l'Amministrazione a dare immediata attivazione al dispositivo, iniziando a non operare la trattenuta del 2,5% a partire dalle prossime competenze stipendiali, così come hanno già provveduto altre amministrazioni, come il Comune di Salerno, il Comando G. di F. ecc.
Napoli, 26/10/2012
5 commenti:
Ciao!
Davide Di Blasi nel suo sito ha scritto che, al fine di dare seguito alle reiterate richieste sindacali circa l'eventuale proroga della scadenza delle graduatorie per le progressioni verticali, è stato fissato, il giorno 31 ottobre alle ore 15,00, un tavolo tecnico di discussione per esaminare tale eventualità.
Quali sono le tue proposte Luciano in merito a questa problematica?
Ciao.
Non c'è una mia proposta, ma una volontà generale del sindacato, ovvero quella di prorogare la scadenza di queste graduatorie.
Brava CGIL.
Mi piace la comunicazione che avete fatto a Marchiello!!!
Ma quale parere al Ministero.
Marchiello: CESSA la ritenuta e restituisci i soldi IMMEDIATAMENTE!!!
Saluti
Antonio
Questo della proroga della scadenza delle progressioni verticali può essere l'inizio di un nuovo percorso: Procediamo e cerchiamo di inserirlo in qualche Legge Regionale. Perchè quella è l'unica cosa che fa fede.
Cerchiamo però di fare questa legge prima del 31 Dicembre 2012.
Siamo tutti con voi.
Antonio
ULTIME NEWS: CI HANNO FATTO IL SERVIZIO
Statali, torna la vecchia buonuscita
ma resta la trattenuta del 2,5%
ROMA - Tutto come prima del 2011. I dipendenti pubblici continueranno a subire la trattenuta del 2,5 per cento sull’80 per cento della loro retribuzione, che era stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. Ma lo Stato calcolerà la loro liquidazione con le regole generalmente più favorevoli della buonuscita, invece che con quelle del Tfr dei lavoratori privati. La soluzione scelta dal governo per ovviare al pronunciamento della Consulta è una vera e propria marcia indietro, che però lascia qualche dubbio su cosa accadrà a chi nel frattempo ha lasciato il lavoro. Per saperlo occorrerà attendere il testo definitivo del decreto legge sommariamente annunciato nel comunicato emesso al termine del Consiglio dei ministri di ieri. Mentre dovrebbero essere definiti con un atto amministrativo - ma su questo punto le incertezze sono ancora maggiori - gli altri temi censurati dai giudici costituzionali: retribuzioni dei dirigenti pubblici e dei magistrati.
La legge. La manovra correttiva approvata nella primavera del 2010 dal precedente esecutivo (legge 122) conteneva una riforma del meccanismo per la liquidazione dei dipendenti pubblici. Il Trattamento di fine servizio (Tfs), la vecchia buonuscita, veniva sostituito dal Tfr già prerogativa dei dipendenti privati. Sono due sistemi diversi, che prevedono anche un’alimentazione contributiva diversa: 6,91 per cento dello stipendio, interamente a carico del datore di lavoro, per il Tfr, 9,6 sull’80 per cento della retribuzione per la buonuscita, con un 2,5 per cento (dunque un 2 effettivo sul totale) a carico del lavoratore. Il nuovo regime è virtualmente scattato dal 2011, ma da allora anche sulla base di una circolare dell’Inpdap Stato, enti pubblici ed amministrazioni locali hanno continuato ad applicare nella busta paga dei propri dipendenti la trattenuta del 2,5 per cento (denominata «Opera di previdenza»). E sono partiti i primi ricorsi.
La sentenza. Dopo i primi pronunciamenti di alcuni Tar, la questione è approdata alla Corte costituzionale. Molto chiara la sua decisione: il nuovo assetto viola gli articoli 3 e 36 della Costituzione determinando «un ingiustificato trattamento deteriore dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati». Questo perché entrambe le categorie hanno la liquidazione calcolata nello stesso modo, ma solo i primi si vedono applicare la trattenuta, con l’ulteriore svantaggio che la base di calcolo resta l’80 per cento della retribuzione.
Il rimedio. Restituire ai dipendenti la trattenuta illegittima per i due anni fin qui trascorsi e sospenderla per il futuro è un’opzione che il governo non ha mai preso in considerazione: troppo costosa per il bilancio pubblico. Avrebbe potuto tentare di aggirare la sentenza imponendo la stessa trattenuta con un’altra voce, ma ha preferito semplicemente ripristinare il sistema in vigore fino al 2010, rimuovendo così la situazione di illegittimità evidenziata dalla Consulta.
Chi è toccato. Per i circa 2 milioni di dipendenti assunti prima del 2001 (quelli entrati dopo hanno già il Tfr e lo stipendio ridotto) tutto torna come prima e di fatto non cambierà nulla.
Sabato 27 Ottobre 2012 - 10:14
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