sabato 3 febbraio 2018

L'ASSURDITA' DI DIFENDERE IL DECRETO BRUNETTA


Alcuni colleghi, per avere una mia opinione, mi hanno fatto leggere questa nota del CSA del 1 febbraio relativa al Sistema di misurazione e valutazione della performance.
Siamo in un Paese democratico, di libertà anche sindacale, e ben vengano tutte le opinioni. Insomma non mi disturba affatto la presenza di un sindacato in più o in meno. Però devo ammettere che questo comunicato mi fa tremare i polsi.
In primo luogo trovo potenzialmente catastrofico che un comunicato sindacale sia indirizzato anche all'OIV. L'Organismo indipendente di valutazione è un soggetto esterno alla Regione, che ha lo scopo di controllarci, di verificare che i premi accessori al personale regionale vengano erogati perfettamente secondo norma e, in caso contrario secondo sua discrezionale valutazione, sanzionarci bloccando i pagamenti. Insomma quello che diciamo all'OIV verrà utilizzato contro noi stessi. E' un campo estremamente minato e bisogna fare molta attenzione perché i danni possono essere grossi.
In questo comunicato il CSA rende noto che la Regione non applica pienamente i principi ispiratori del decreto Brunetta. Mi viene da commentare: "e meno male che cerchiamo di non applicarli completamente"! Ci mancava proprio qualcuno che prendesse le difese della normativa Brunetta.
In particolare il comunicato segnala che nell'articolo relativo all'UDCP non è previsto, in capo ai dirigenti, l'obbligo di differenziazione nelle valutazioni del personale. A dire il vero la CGIL si è dovuta fortemente battere per non far inserire questo obbligo per tutti i lavoratori della Regione, poiché avrebbe costretto i dirigenti a fare differenziazioni nell'attribuzione della fascia di merito. Insomma non una possibilità dettata dal merito, ma addirittura un obbligo per il dirigente. Perché questo è il principio di differenziazione voluto dalla Brunetta: imporre alle Amministrazioni di classificare i lavoratori in distinte fasce. Quindi, se un dirigente deve valutare 10 lavoratori, per forza tutti e 10 non possono essere bravi e capaci.
Poi ci si meraviglia che CGIL, CISL e UIL vogliano fare tavoli disgiunti dal sindacato autonomo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Assurdo che un sindacato, qualunque esso sia, in ossequio alla più becera campagna di propaganda per ottenere due seggi in più, possa scamazzare cosi, senza colpo ferire, gli interessi dei lavoratori. Diego

Anonimo ha detto...

Personalmente credo che nulla vi sia da aggiungere a queste polemica fra le varie sigle sindacali. Alcune domande, però, sorgono spontanee.

1) Nel rispetto dell'autonomia del Dirigente, chi consente a costui di assegnare lo straordinario oppure attribuire un riconoscimento economico(ART. 17) a chi oggettivamente ha carichi di lavoro "leggeri" o a chi è segnalato da omini che circondano il Dirigente stesso?

2) Perchè non attribuire, invece, detti riconoscimenti economici a chi porta avanti un lavoro con centinaia di istruttorie all'anno, di qualunque fondo Comunitario trattasi o di qualunque altra istruttoria di sorta?

3) In riferimento a questo aspetto, cosa è consentito "appioppare" ad un lavoratore rispetto al carico di lavoro in relazione ad istruttorie complesse?

4) Quanto pesa un altro carico di lavoro che è rivolto a sistemare qualche carta, ad apporre due timbri, a rispondere al telefono, a registrare una presenza o un'assenza, a protocollare un documento, a disciplinare le visite al Dirigente?

Detto altrimenti, nel rispetto altrui e del lavoro che ognuno svolge, dei dieci lavoratori a cui si fa riferimento, nel valutarli, per un dirigente, tutti e 10 saranno bravi e capaci, ma qualcuno lo sarà di più, ma all'incontrario.


Saluti

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