mercoledì 27 febbraio 2013

DOCUMENTO UNITARIO SULL'INCONTRO CON IL CAPODIPARTIMENTO


12 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimi sindacalisti, quando al tavolo vi portano l'esempio della Regione Lombardia, rimandateli a casa a studiare e ad informarsi (anche se in realtà io penso che sia mala fede);
Regione Lombardia ha una serie di partecipate per le quali lavorano un numero di dipendenti ben più grande dei quanti lavorano in RC e nelle sue partecipate.

Volendo fare un esempio per tutti, RL ha una società informatica, LISPA, che ha fondi, mezzi e personale che i nostri colleghi al CRED se li sognano.

Se vogliono muoversi verso il modello RL, a me sta bene, sta molto bene però devono prendere tutto, guardare l'insieme non solo quello che piace a loro.

Per non parlare degli accessori dei nostri colleghi in Lombardia, dei progetti individuali, delle posizioni organizzative, del fondo incentivante, delle progettazioni di infrastrutture e servizi...

Voi sindacalisti raccogliete e portate tutto questo materiale al tavolo e vediamo cosa dice la controparte.
Per avere le stesse condizioni (diritti/doveri) dei colleghi di RL noi firmiamo subito!!!

Luciano Nazzaro ha detto...

Sarebbe sicuramente interessante possedere un quadro preciso del personale che complessivamente gravità a carico delle diverse regioni.
Devo ammettere che anche noi dovremmo studiare ed informarci, poiché questi dati non li abbiamo.
Purtroppo senza informazioni ufficiali si può controbbattere ben poco.

Anonimo ha detto...

i numeri di telefono dei sindacalisti della regione lombardia si possono trovare facilmente una telefonata e qualche e mail o anche dei colleghi al personale ... siamo tutti nella stessa barca
chamali e informati

Anonimo ha detto...

Centralino 02.6765.1


Call center generale 800.318.318
giunta regionale della lombardia

Anonimo ha detto...

comunque sicuramente andremo meglio con la comparazione dei nostri stipendi e quelli della regione lombardia

Anonimo ha detto...

ironia a parte, è quantomeno strano (per non dire vergognoso) che non ci sia coordinazione sindacale nazionale anche nei casi di realtà lavorativa locali (regione, province,..)
Sarebbe incredibile che i due "sindacati" CGIL Regione Campania e CGIL Regione Lombardia non collaborassero, non si scambiassero informazioni.
Se neanche questo possiamo chiedere al sindacato,allora...

Anonimo ha detto...

osare è d'uopo ... fatti portavoce e eventualmente puoi anche chiamare tu caro Luciano come RSU altro collega della Rsu

Anonimo ha detto...

Scusate ma di cosa state parlando?
Dite che i dati non sono in nostro possesso?
La Regione Campania sa benissimo quanto spende ogni anno per tutte le società partecipate regionali, comprese le agenzie regionali e compreso tutto il personale che vi lavora dentro (la stragrande maggioranza assunta senza concorso).

Altro che stipendi dei dipendenti della Regione Campania.
Questi ci costano una cifra.
Parliamo di circa 5.000 dipendenti in totale che operano in tutte le società partecipate (Astir, Sma, Arpac Multiservizi, ecc. ecc.)

I nostri consiglieri regionali avevano intenzione di fondere tutte queste società in un unico grande ente "CAMPANIA AMBIENTE" dove spostare tutto QUESTO BACINO CLIENTELARE ed ELETTORALE di dipendenti assunti senza concorso,(circa 5.000 dipendenti) MA LA CORTE COSTITUZIONALE CON l'ULTIMA SENTENZA HA DICHIARATO L'INCOSTITUZIONALITA' DI DIVERSE NORME per mancanza di fondi correlati.

La verità la conoscono tutti ma come al solito facciamo sempre il gioco delle tre carte e alla fine il problema sono i idpendenti regionali che prendono 1.200 euro netti al mese.

I sindacati d'altronde (Caro Luciano) si guardano bene dal toccare questi argomenti con Caldoro e con la Giunta Regionale, quando si vuole parlare di lotta agli sprechi, riduzione della spesa pubblica, ecc. ecc.
Chissà perchè !!!!

Iniziamo A RISPARMIARE dalle società partecipate regionali e poi passiamo al discorso DIPENDENTI REGIONALI e trasferimento di funzioni agli enti locali.

Saluti
Antonio

Anonimo ha detto...

Statali, arriva il blocco degli stipendi:

Statali, arriva il blocco degli stipendi: "Nessun aumento fino al 2014"

ROMA - Stipendi congelati fino al 2014 per gli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici. La disposizione era stata prevista nell'ambito del decreto sulla 'spending review', ma adesso a stabilirla è un decreto ministeriale (Economia e Funzione pubblica) che sarà discusso al prossimo consiglio dei ministri, in programma la prossima settimana.

Il testo è stato anticipato da alcune agenzie. "Non si dà luogo - si legge nel provvedimento - , senza possibilità di recupero, alle procedure contrattuali e negoziali ricadenti negli anni 2013-2014 del personale dipendente dalle amministrazioni pubbliche". Oltre dunque alla sospensione delle previsioni contrattuali, per il personale, "non si dà luogo, senza possibilità di recupero, al riconoscimento degli incrementi contrattuali eventualmente previsti a decorrere dall'anno 2011".

La reazione dei sindacati - Per la Cisl l'ulteriore blocco stipendi pubblici è inaccettabile: "Un'altra proroga al blocco dei contratti pubblici sarebbe inaccettabile" hanno detto i segretari generali di Funzione pubblica e Scuola della Cisl, Giovanni Faverin e Francesco Scrima: le retribuzioni sono già ferme dal 2010, dicono i due esponenti sindacali, "mentre la spesa pubblica continua a crescere". Sarebbe "un atto sbagliato che colpirebbe il bersaglio sbagliato", sostengono, e i lavoratori pubblici "hanno diritto a un rinnovo di contratto così come il privato". La Cisl sottolinea, inoltre, che "tre anni di blocco sono già un tempo intollerabile, che pesa come un macigno sui bilanci di famiglie colpite dalla crisi".

Anche la segretaria generale dell'Fp-Cgil, Rossana Dettori, chiede che il ministero smentisca le indiscrezioni sul decreto: "Sarebbe davvero inopportuno un decreto approvato dal governo Monti a urne chiuse, una forzatura ai danni dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni. Non credo che l'esecutivo uscente possa permettersi di prendere scelte politiche così importanti proprio in questi giorni". Il segretario generale della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo, parla di "questione democratica", perché "un atto di tale rilevanza" dovrebbe essere discusso con le organizzazioni sindacali. Nei settori della conoscenza, aggiunge Pantaleo, le condizioni di lavoro "peggiorano quotidianamente, diminuisce il potere d'acquisto dei salari e sono drammatiche le conseguenze dei tagli. Per queste ragioni occorre" rinnnovare i contratti nazionali e tornare "a investire su scuola, università, ricerca e afam. Ma tutto questo non può essere affrontato da un governo in scadenza e senza più alcuna credibilità" conclude il sindacalista.

"Inaccettabile" giudica l'ipotesi di blocco delle retribuzioni e dei contratti fino al 2014 anche il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna. "Le basse retribuzioni degli insegnanti e del personale della scuola - afferma - sono una delle questioni da affrontare con il nuovo governo". Secondo la Uil Scuola è "da 4 a 10 mila euro in meno il divario, rispetto alla media tra lo stipendio di un insegnante italiano, a inizio e a fine carriera, e i suoi colleghi degli altri paesi dell'Unione europea".

"Se confermato - dichiara infine il segretario nazionale dell'Ugl Funzione pubblica, Francesco Prudenzano - , un ulteriore blocco dei contratti, delle retribuzioni e dell'indennità di vacanza contrattuale rappresenterebbe l'ennesimo duro colpo inferto alla categoria. Tutto ciò è impensabile. I dipendenti pubblici vedranno diminuire il loro potere di acquisto, e saranno assieme alle loro famiglie sempre più vicino alla soglia di povertà".

28 febbraio 2013 22:20

Anonimo ha detto...

Condivido, bisogna iniziare dalle partecipate. I trasporti ad esempio hanno 2 partecipate: ACAM ed EAV con tutti i disastri che hanno combinato. Bisognerebbe chiedere che anche gli stipendi di costoro venissero messi sul sito, così sapremo quanti figli di papabili e che stipendio si sono assegnati. Altro caso: dipendenti dell'Area Trasporti trasferiti in comando all'ACAM la sciando la posizione ma con un cospicuo aumento che non si riesce a sapere. Caro Luciano bisogna proporre prima la chiarezza e trasparenza su queste cose e poi accettare il concetto di esubero e trasferiti dei veri dipendenti.

Anonimo ha detto...

Bisogna ache regolarizzare il principio di assegnazione Commissioni.
Ai trasporti ad esempio , ci sono colleghi in pensioni che occupano ancora posti in commissione. La rotazione te la sogni, da decenni le stesse persone sono nelle stesse commissioni.
Dipendenti posizionisti che al mattino sono in una commissione e il pomeriggio in altra; mi chiedo cosa producono per meritarsi la posizione?
Ancora, addirittura consulenti che fanno solo fotocopie, alla faccia dello spreco.
Troppi posizionisti che fanno meno di altre categorie, alla faccia di noi piccoli livelli.
Credo che bisognerebbe iniziare da questi sprechi , prima parlare di esuberi.

Anonimo ha detto...

Napoli, l'affondo della Corte dei Conti:

«Le Partecipate sono un vero cancro»
Dura analisi del procuratore regionale Cottone. Poi l'allarme di Giampaolino: «Il Sud rischia "desertificazione industriale"»

NAPOLI - Per il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino rimane ferma la convinzione che «l'azione di riequilibrio dei conti pubblici non possa subire alcun allentamento, essendo una precondizione per le prospettive di rilancio dell'economia e della crescita». Giampaolino ne ha parlato intervenendo a Napoli all'inaugurazione dell'anno giudiziario della sezione campana della Corte dei Conti.

Le partecipate. «Le società partecipate sono il vero cancro delle amministrazioni locali, un passato di cui non ci si riesce a liberare, con incarichi e consulenze dai compensi fuori mercato che non hanno prodotto niente». È l'impietosa analisi del procuratore regionale della Corte dei Conti della Campania, Tommaso Cottone, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.

Una circostanza che, anche quest'anno, è servita per puntare il dito contro sprechi e anomalie nella gestione della cosa pubblica in Campania. «L'amministrazione comunale di Napoli - ha sottolineato il magistrato - sta cercando di risolvere il problema ma incontra grandissimi ostacoli a partire dalla problematica del personale che chiede di essere 'internalizzato». Da Cottone arriva anche un commento alle sentenze emesse in settimana dalla Corte dei Conti campana nei confronti di alcuni ex amministratori napoletani (tra gli altri gli ex sindaci Antonio Bassolino e Rosa Iervolino) per la vicenda dei 362 lavoratori del bacino numero 5, la cui gestione - a giudizio della magistratura contabile partenopea - fu «connotata da evidenti profili di diseconomicità ed inefficienza, il cui aspetto più eclatante è risultata la ridotta utilizzazione dell'ampia forza lavoro potenzialmente disponibile».

«In passato - ha sottolineato Cottone - sotto la spinta dell'emergenza sono stati creati grandi carrozzoni che non hanno prodotto nulla. La Regione e gli altri enti locali non possono assumere personale perché c'è il patto di stabilità che glielo impedisce e subiscono pressioni fortissime per una soluzione mediata del problema che a noi non sembra congrua. Le soluzioni - ha concluso Cottone - vanno ricercate tra quelle che la legge consente».

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