martedì 29 gennaio 2013

ARTICOLO DEL COLLEGA RICCARDO MALAFRONTE

La vita di P.
di Riccardo Malafronte

P. è un nostro collega. Potrebbe trattarsi di Paolo, Pasquale, Porzio... ma non importa: è solo un modo per riferirsi a una Persona. Ho scelto quest’iniziale di fantasia per raccontare una semplice vicenda, questa sì reale, che lo ha visto protagonista.
Una mattina, P. si sveglia con un pensiero moderno, attuale, legato a quell’esercizio libero del pensiero critico sulla realtà che ci circonda che – saranno anche questi i segni della crisi (?) – stenta a farsi riconoscere soprattutto in ambienti come quelli degli uffici regionali dove "libero" fa pensare soltanto a un maleodorante servizio igienico pronto all’uso ad esso preposto.
P. scopre che, in pratica, i lavoratori della Regione Campania possono chiedere una cessione del cosiddetto quinto dello stipendio o del piccolo prestito soltanto all’INPDAP – l’Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica – in quanto unico ente creditizio pubblico con cui l’Amministrazione è in convenzione. Le spiegazioni verbali che gli vengono fornite quando lui propone di allargare il ventaglio di istituti di credito cui il personale può rivolgersi, includendovi anche i privati, non lo soddisfano né convincono.
Il buon collega P., a questo punto, fa un’operazione tanto semplice quanto efficace: scrive un’email a tutti i colleghi della Regione invitandoli a sostenere la sua proposta con una sorta di petizione da presentare, ognuno per conto suo, tramite una richiesta da inviare, via posta elettronica o fax, alle stanze dei bottoni di Santa Lucia. Dopo una prima tiepida adesione all’iniziativa, scrive un altro messaggio accorato che sortisce l’effetto sperato: oltre duecento invii che – guarda un po’ te! – risvegliano la torpida coscienza dell’Amministrazione la quale, "per il tramite degli uffici preposti" (come si suol dire in queste occasioni) risponde per iscritto a P. fornendo delle spiegazioni su cui il nostro intrepido amico muove ulteriori osservazioni critiche e proposte operative per il loro superamento. Il nostro collega conquista così sul campo di battaglia il nome di Piccolo Prestito e, rinforzato non tanto dai risultati effettivamente raggiunti (sulla questione prestito ancora nulla di nuovo all’orizzonte) quanto, invece, dalla condivisione e sostegno ricevuti da decine e decine di lavoratori per la sua iniziativa, batte il ferro ancora caldo e pensa di scrivere una nuova email incentrata, questa volta, sugli svariati CRAL regionali. L’intuizione-proposta in cantiere riguarda l’idea di raggruppare i vari CRAL in un unico mega-Dopolavoro per ottimizzarne la funzione e il peso politico e, così facendo, aumentandone enormemente l’utilità.
Non conosco, al momento, gli esiti di questa nuova battaglia di P., ma non è questo ciò che conta, adesso.
Ho sempre amato le storie dove il piccolo, il più debole, lo sfavorito dai pronostici si batte strenuamente e vince anche se non vince o addirittura perde! Questa del nostro P. insegna un po’ di cose; quanto meno, come nel quasi omonimo recente film di animazione, che in ogni occasione esistono almeno due modi di guardare la stessa realtà e che scegliere quella migliore, o comunque in cui credere, richiede un grande atto di fede e di coraggio.
E, a volte, dei semplici accorgimenti a costo zero come scrivere delle email o delle richieste in carta e penna.
La storia di Piccolo Prestito, anzi di doppia P., è una storia che, se ripetuta e amplificata dall’agire in modo critico e intelligente per il bene comune, può provare a "cambiare la storia" di come vanno certe cose nell’Amministrazione.
E fare così la differenza con chi – potremmo chiamarlo, in contrapposizione al nostro coraggioso collega, signor Pu (o doppia Pu, volendo) – si è ormai assuefatto e rassegnato al "come vanno le cose".

21 commenti:

Anonimo ha detto...

certo che se siamo ridotti a scegliere fra il signor PiPi e il signor PuPu...

Raffaele

Anonimo ha detto...

caro Riccardo, concordo!
peraltro, mi era piaciuto molto il ragionamento sull'uso della parola 'dipendente' nella nostra
amministrazione.

ciao. buon lavoro
Barbara

Anonimo ha detto...

In questa storia manca un altro protagonista: il Sindacato, che possiamo chiamare "Si", o se si preferisce, "Si,si" (anche per l'acquiescenza con la quale negli ultimi anni ha assecondato le scelte padronali).
Quanto al lieto fine ed alla morale, aspetterei, anche perché le vicende degli ultimi decenni non sembra che confermino l'ipotesi che con mail o note scritte a penna si riescano a migliorare le condizioni di vita dei cittadini!

Anonimo ha detto...

uauhhhh "scelte padronali" è bellissimo!!!
...lessico d'altri tempi... anni 60/70...grandioso
ecco cosa succede quando non ci si arrende alla vecchiaia che incanutisce i capelli!!!

Sei andato a SCQUOLA con LENIN??

claudio ha detto...

Riccardo coglie ciò che è nel pensiero non espresso di P e ne esplicita poi il valore, le potenzialità in esso contenute; dimostrando che da semplici gesti (e solo da questi)si possono avviare processi di costruzione di un'esistenza migliore, un mondo diverso. Tutto il mio apprezzamento per Riccardo e per P. Claudio.

Anonimo ha detto...

Penso che pochi colleghi sappiano quanti e quali sono i cral della Regione Campania.

Soprattutto non sappiamo quanto percepiscono, a che titolo e come rendicontano le spese effettuate con quei soldi.

Sui CRAL ci sono state battaglie furiose, presidenti sfiduciati che non si volevano dimettere e "fuggivano con il pallone" portandosi a casa i libri contabili senza rispondere al telefonino (alla Cosentino), macchiavelliche operazione degli altri soci per scalzare il presidente in carica... insomma tutto quello che ci si aspetta quando ci sono interessi economici e di potere in gioco.

Ciò detto, mi sembrerebbe logico che ci fosse una benedetta operazione trasparenza, magari a cura "dell'ufficio preposto" che come quello del "P.P." è spesso preposto ad insabbiare e a non fare una emerita cippa.

VOGLIAMO SAPERE:

QUALI SONO
QUANTI SONO
QUANTO PERCEPISCONO
I BILANCI
COSA RENDICONTANO
LA NORMATIVA IN MATERIA DI CRAL
I VERBALI DI ASSEMBLEA DI OGNI RIUNIONE DI OGNI CRAL

sentitevi liberi di aggiungere altri punti.

I soldi che percepiscono sono soldi che sotto, forma di servizi ed agevolazioni, dovrebbero servire ad aumentare il nostro potere di acquisto non quello di chi gestisce il cral.

Anonimo ha detto...

Vittorio, che ti sei firato di combinare !!!

Ora ti metteranno Subito in pensione. Immediatamente !!!

Anonimo ha detto...

Attento a quando te la calcolano, la pensione, visto che dovrebbe farlo lo stesso settore verso il quale ti sei scagliato per il PP.

Attento al gineceo...ripeto...attento al gineceo

Anonimo ha detto...

Who is Gineceo? O' Sarchiapone?

Anonimo ha detto...

A sovrintende il gineceo, c'è sempre un sarchiapone!

Anonimo ha detto...

hei amico...
non dimenticare il sarchiaPINO calabrese!!

Anonimo ha detto...

BISOGNA INIZIARE A RISPARMIARE DALLE SOCIETA' PARTECIPATE: VEDI IL CASO DEL COMUNE DI NAPOLI
Società partecipate, sprechi nei bilanci via ai tagli da 700 milioni

Fin dal primo giorno di insediamento della giunta è stato chiaro che i conti squilibrati in buona parte dipendevano dall’allegra gestione delle aziende partecipate.

Molto è stato fatto in questi 19 mesi di governo arancione, basta pensare che sono stati tagliati complessivamente già 200 milioni e soprattutto aderendo alla legge antidissesto, si prevede un taglio spalmato in 10 anni per oltre 700 milioni. Circa 70 all’anno. Una cura dimagrante importante soprattutto se si considera che non sono stati fatti licenziamenti.

A dieta sono stati messi i quadri delle aziende che con artifizi burocratici arrivavano a guadagnare il doppio e il triplo degli stessi manager. Il tema centrale è proprio questo. Quello del personale. Un esercito di 18mila 458 dipendenti che costano 774 milioni. Questa la fotografia degli stipendiati di Palazzo San Giacomo metà dei dipendenti è impiegato nelle partecipate. Certo è che il dato delle 14 aziende prese in esame è a dir poco enorme, figlio di un modo di concepire la cosa pubblica nella migliore delle ipotesi come una camera di compensazione dello storico problema della disoccupazione.

Un’analisi più concreta - la più vicina alla realtà e messa in campo sia dalla magistratura civile che da quella contabile - fa emergere che gli 8500 assunti nelle partecipate sono frutto di clientele politiche di almeno 3 lustri. Andiamo più nel dettaglio. È l’Anm (Azienda napoletana mobilità) la società al cento per cento di proprietà del Comune ad avere il maggior numero di dipendenti, sono 2651 per un costo annuo di oltre 118 milioni. Azienda che nonostante queste cifre è riuscita ad abbattere di 8 milioni il costo del personale. Tuttavia l’Anm ha un credito verso i clienti di 262 milioni, evidentemente non riscossi, una esposizione verso le banche di 86 milioni e verso i fornitori di 32 milioni. Si spiega così la mancanza di gasolio.

C’è da sottolineare e questo vale per il 90 per cento delle partecipate, che sono aziende senza contratto di servizio. Segue a ruota Asìa (Azienda di igiene urbana) con i suoi 2331 dipendenti e 99 milioni di costi, sempre di soli stipendi. Sul podio ci finisce Napoli servizi con 1502 dipendenti e 43 milioni di stipendi. Quali sono le mosse del Comune per alleggerire il peso delle partecipate sul bilancio? La prima è già stata fatta ed è la fusione del settore mobilità - Metronapoli, Napolipark e Anm - con la creazione di un unico soggetto imprenditoriale; la trasformazione dell’Arin (407 dipendenti e costi per 28 milioni per il personale) in azienda speciale Abc; chiudere, nel corso dell’anno, i processi di liquidazione volontaria come quelli delle società Napoli Orientale e Nausicaa; chiudere la liquidazione del Consorzio Liquami, con conseguente trasferimento delle attività residue ad Arin. E ancora dismettere le partecipazioni detenute in Gesac e Stoà che potrebbero valere da solo 50 milioni.

Non è finita qui il decalogo per le partecipate è drastico, addio benefit. «Il trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, ivi compreso il trattamento accessorio, non può superare, in ogni caso, il trattamento ordinariamente spettante per l’anno 2010». E ancora: «I trattamenti economici dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, superiori a 90mila euro lordi annui sono ridotti del 5% per la parte eccedente il predetto importo, fino a 150mila euro del 10%».

Per i costi di funzionamento vengono tagliate queste voci: «Le società non possono effettuare spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e di rappresentanza per una ammontare superiore al 20% della spesa sostenuta nel 2009; stop alle sponsorizzazione e alle missioni; le società non possono effettuare spese di ammontare superiore all’80% della spesa sostenuta nel 2009 per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di autovetture, nonché per l’aquisto di buoni taxi».

Anonimo ha detto...

FUORI ALLA SEDE DELLA REGIONE CAMPANIA - VIA DON BOSCO - 30 GEN 2013

Con la pistola cerca di rapinare lo scooter, finanziere reagisce e lo ferisce

Un finanziere ha reagito al tentativo di rapina del suo scooter e ha ferito il rapinatore che è stato poi arrestato dai carabinieri.

È successo in via Don Bosco, nel quartiere San Carlo Arena, a Napoli. Francesco Gisini, di 20 anni, incensurato, ha avvicinato l'agente della Guardia di Finanza, libero dal servizio e in abiti civili e, con la minaccia di una pistola, gli ha intimato di consegnare lo scooter. Il militare si è subito qualificato ed ha estratto la sua pistola d'ordinanza, intimando a Gisini e al complice di fermarsi e, temendo per la sua incolumità, come ha raccontato ai carabinieri ha esploso un colpo che ha raggiunto la gamba del 20enne armato, mentre il complice è riuscito a far perdere le tracce.

Il rapinatore è stato soccorso dallo stesso finanziere e dai militari del nucleo operativo della compagnia Stella e ai finanzieri del secondo gruppo di Napoli intervenuti sul posto. Il giovane è stato trasportato all'ospedale San Giovanni Bosco ove i sanitari lo hanno medicato per una ferita d'arma da fuoco alla gamba destra con frattura tibiale, guaribile in 30 giorni e successivamente trasferito al reparto di chirurgia d'urgenza dell'ospedale Cardarelli. Ora è piantonato.

Sul luogo del fatto è stata trovata l'arma del rapinatore risultata essere una pistola scenica senza tappo rosso e con la canna spiombata che è stata sequestrata.

Anonimo ha detto...

oggi si festeggia!
un sarchiapone in meno!!

e ora come farà il gineceo??

vabbè, cmq ogni tanto tornerà, non fosse altro per venire a salutare i figli.

Pensate che hanno già stabilito di fare un concorso fra 18 anni per i nipoti!!

LOL
LOL
LOL
LOL
LOL

Anonimo ha detto...

Non vi pare che stiamo uscendo un pò fuori dal seminato con tutti questi sarchiaponi? Ciao Enzina da benevento

Anonimo ha detto...

enzina cara, tu stai a BN, questo è basso pettegolezzo di santa Lucia, piani alti.

Lasciali divertire

Anonimo ha detto...

Caro anonimo
se è un basso pettegolezzo dei colleghi dei piani alti di Santa Lucia, pazienza, ma ti dico che non va bene per chi frequenta questo blog,perchè con tutti i vostri sarchiaponi negli armadi non capiamo più niente. Con ossequi e con affetto Enzina da Benevento

Anonimo ha detto...

Evviva i Sarchiaponi !!!

Anonimo ha detto...

QUANDO CI SARANNO DELLE INDAGINI ANCHE SULLE SOCIETA' PARTECIPATE DELLA REGIONE CAMPANIA?
QUANDO CI TAGLIERANNO IL SALARIO ACCESSORIO?
Napoli Servizi, assunzioni e compensi indebiti: danno erariale di 1,5 milioni. Gli accertamenti di Guardia di Finanza e Corte dei Conti
Napoli Servizi, assunzioni e compensi indebiti: danno erariale di 1,5 milioni. Nei confronti del direttore generale ed ex assessore Balzamo è stato richiesto il sequestro conservativo di beni
Diverse irregolarità sono state riscontrate nell’erogazione retributiva della Napoli Servizi, società interamente partecipata dal Comune partenopeo, che si occupa di servizi di pulizia, custodia e manutenzione del patrimonio immobiliare e delle aree verdi del capoluogo campano.
I PROVVEDIMENTI - La chiusura dell’indagine ha portato alla contestazione, nei confronti del direttore generale, di 4 consiglieri di amministrazione pro-tempore della Napoli Servizi e 4 componenti del collegio sindacale pro-tempore, nonché di 2 amministratori pro-tempore del Comune di Napoli, per un danno erariale complessivo di circa 1.553.000 euro. Nei confronti del direttore generale della partecipata ed ex assessore del Comune di Napoli Ferdinando Balzamo è stato anche richiesto il sequestro conservativo di valori e beni, sino a concorrenza dell’intero danno erariale accertato.
GLI ACCERTAMENTI si è accertato che ammonta a circa 1.553.000 euro il danno arrecato alle casse della Napoli Servizi. L’attività d’indagine, delegata dalla Procura contabile alle Fiamme Gialle, ha verificato inizialmente alcune irregolarità commesse nell’erogazione di emolumenti aggiuntivi della retribuzione ai dipendenti della Napoli Servizi.
INDENNITA’ INGIUSTIFICATE - I primi riscontri hanno consentito ai militari del Gruppo Tutela Spesa Pubblica di accertare l’indebita corresponsione, avvenuta tra il 2008 e il 2011, di indennità accessorie ad alcuni dipendenti aziendali – per un importo complessivo di circa 695.000 euro – riconosciute e pagate in modo ingiustificato, senza cioè predeterminare i criteri e indicare i particolari meriti lavorativi dei beneficiari.
ASSUNZIONI IRREGOLARI - Le Fiamme Gialle hanno inoltre appurato che quattro funzionari della società sono stati assunti, negli anni 2007-2008, senza osservare le precise direttive che il Comune di Napoli, con apposita delibera del 2007, aveva impartito a tutte le proprie società interamente partecipate in merito alle modalità di selezione del relativo personale. La società, infatti, ha proceduto alle assunzioni non solo senza alcuna preventiva programmazione e rilevazione dell’effettivo e concreto fabbisogno di personale, ma in assenza di ogni forma di pubblica selezione. Ne è scaturito un danno all’Erario quantificato in circa 433.000 euro.

CONFLITTO D’INTERESSI - E’ stato nominato dirigente, nel 2008, senza alcuna selezione pubblica e in violazione di disposizioni impartite dal Comune di Napoli sul reclutamento del personale nelle società partecipate, le quali - per garantire la trasparenza e la parità di trattamento nella selezione del personale ed evitare indebite pressioni da parte degli organi apicali nelle procedure stesse - vietano espressamente (nei casi di assunzione diretta dettata da motivi di urgenza) l’assunzione di parenti e di altri soggetti legati a dirigenti o quadri dell’ente assuntore. Nel caso intercettato dalla Guardia di Finanza, il conflitto di interessi è apparso ancora più evidente, trattandosi, non dell’assunzione diretta di un parente, ma di quella di un soggetto che già rivestiva all’interno della Napoli Servizi il ruolo di amministratore delegato e direttore generale. Il danno all’Erario accertato dal Corpo con riferimento a questa vicenda ammonta a circa 170.000 euro, pari alla maggiore retribuzione percepita quale dirigente (145.000 euro lordi annui) rispetto a quella – stranamente inferiore – spettante come direttore generale (110.000 euro lordi annui), cui lo stesso aveva però rinunciato.

Anonimo ha detto...

c'è nessuno?

Anonimo ha detto...

Tutto Tace sul fronte RUSSO.

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