Statali, Madia: «Non ci sono risorse per lo sblocco dei salari»
«In momento di crisi guardiamo a più bisognosi», quindi «confermiamo gli 80 euro, che vanno anche ai lavoratori pubblici». Sindacati sul piede di guerra
«In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti a tutti non ci sono». Così il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia sui rinnovi contrattuali per i dipendenti pubblici. Ora, aggiunge, «prima di tutto» guardiamo «a chi ha più bisogno», quindi «confermiamo gli 80 euro, che vanno anche ai lavoratori pubblici». Il bonus Irpef, ricorda il ministro, va infatti a tutti i lavoratori sotto una certa soglia di reddito, inclusi gli statali.
Cigl sul piede di guerra
«Se il Governo Renzi pensa di umiliare
ulteriormente i dipendenti pubblici» allora «la nostra risposta non
potrà essere che la mobilitazione». Così Rossana Dettori,
segretario generale Fp-Cgil, che giudica «intollerabile» la
«prosecuzione del blocco della contrattazione». E «senza un passo
indietro del Governo», avverte, «torneremo nelle piazze». Il
sindacato calcola che a causa del blocco dei contratti fino al 2015,
i dipendenti pubblici perderanno in media 4.800 euro, 600 dei quali
nel prossimo anno. Fino al 2014 i mancati aumenti valgono invece
4.200 euro.
I dati neri dell’economia
D’altra parte, sottolinea il
ministro, «i contratti hanno iniziato ad essere bloccati all’inizio
della crisi». Una crisi che «visti i dati sull’economia»
prosegue e che «il governo è impegnato» a superare. Uno sforzo che
secondo il ministro deve coinvolgere «tutti» sia «il governo che
le parti sociali». Parlando a margine dei lavori in commissione
Affari Costituzionali del Senato, dove è iniziata la discussione sul
disegno di legge delega Pa, Madia spiega che la decisione sui
contratti per il pubblico impiego verrà presa in sede di legge di
stabilità, ma presumibilmente la proroga del blocco, cominciato nel
2010, dovrebbe essere di un anno. Nel Documento di economia e finanza
(Def), diffuso a metà aprile, il Tesoro calcolava che aumentare gli
stipendi dei dipendenti pubblici avrebbe comportato oneri per 2,1
miliardi nel 2015 (scenario a politiche invariate).
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